Black Metal: il fascino dell’occulto

Nascita, diffusione e misteri

L’iceberg del metal

Il metal è un genere che ha largamente influenzato il mondo musicale, ricevendo nel tempo un grande plauso e contemporaneamente pesanti critiche. Derivato dall’hard rock, si presenta come un genere piuttosto “malleabile”, dati gli innumerevoli sottogeneri; questi spaziano da sonorità squillanti, lente e semplici a chitarre e voci distorte, ritmiche veloci e complesse strutture, dalle storie d’amore fino al satanismo e al nazismo. Il black metal è tra le espressioni più estreme del genere, che esplora atmosfere cupe, spesso legate alla morte, a Satana e all’anticristianesimo. Scopriremo i vari retroscena del genere, fatto di morti, vandalismo e profanazione. 

Origine non proprio Black

Il nome Black Metal deriva dall’omonimo album dei Venom, una band thrash metal britannica, la quale si autodefinì “black” e sono per questo riconosciuti come gli iniziatori del genere. La diffusione ha inizio nei primi anni ottanta, soprattutto nei paesi scandinavi. I temi si legano molto alle religioni pagane, estinte con il sopraggiungere del Cristianesimo, e alla misantropia. Dal paganesimo si origina un sottogenere del Black Metal, chiamato Viking Metal (la cui nascita è generalmente attribuita ai Bathory), il quale si concentra proprio sui miti scandinavi legati al mondo pagano. Il suono è particolarmente sporco e sinistro poiché i primi gruppi possedevano attrezzature limitate, spesso ritrovandosi a registrare nelle loro stesse abitazioni. 

“Black Metal”, album dei Venom che ha dato il nome al genere

Un genere controverso

L’anticristianesimo non veniva espresso solo attraverso la musica, 52 chiese vennero date alle fiamme e varie tombe furono profanate da parte del cosiddetto “Black Metal Inner Circle”. Con questo nome si identifica un gruppo criminale, probabilmente nato con l’apertura dell’Helvete, negozio di dischi del chitarrista dei Mayhem, Euronymous. Membro di spicco del gruppo è sicuramente Varg Vikernes, tutt’ora in vita, il quale non si limita ad odiare i cristiani, ma sostiene anche idee razziste simili a quelle naziste. Questo personaggio compare anche in altre vicende legate al mondo Black, come l’omicidio di Euronymous. 

Foto di Varg Vikernes scattata durante il processo per l’omicidio di Euronymous

Dopo un acceso litigio Vikernes e il chitarrista dei Mayhem iniziano una colluttazione. Pare sia stato Euronymous ad iniziare con degli spintoni, ai quali Vikernes risponde con 23 coltellate; in tribunale sosterrà di aver agito per legittima difesa. Secondo alcune versioni, infatti, l’aggressore sarebbe stato avvertito da qualcuno che Euronymous avrebbe voluto portarlo in un luogo remoto, torturarlo e filmare il tutto. Altre versioni, invece, sostengono si tratti di semplici motivi economici. Passando ad Euronymous e alla sua band, i Mayhem, si denotano comportamenti notevolmente squilibrati. Ai concerti erano soliti appendere teste di animali in giro, ricoprirsi di sangue e lanciare pezzi di carne sul pubblico. Il cantante, Dead, si tagliò addirittura le vene, venendo poi portato d’urgenza in ospedale. Proprio Dead era una persona altamente instabile, affascinato dalla morte e ciò che ad essa è correlato. Riteneva se stesso già morto e perciò non poteva appartenere a questo mondo, decise quindi di tagliarsi i polsi e infine si sparò un colpo di fucile in testa. Venne ritrovato da Euronymous che decise di scattare delle foto al corpo dell’amico; una di queste divenne la copertina dell’album Dawn of the Black Hearts.

Dead (sinistra) e Euronymous (destra)

Tiriamo le somme

Il Black Metal è molto legato al fenomeno del gatekeeping, ovvero rivolto ad una stretta cerchia di ascoltatori, allontanando tutti quelli che vengono considerati “poser”. È un genere sostanzialmente chiuso, estremo sia nei suoni che negli avvenimenti legati ad esso. Nonostante ciò è da apprezzare particolarmente la poetica e la narrazione dei temi trattati, per quanto cupi. Un grande esempio è A Fine Day to Die dei Bathory, che narra di una battaglia notturna e del destino di un guerriero. Possiamo quasi associare questi artisti ai bardi, che raccontano grandi miti con l’ausilio della musica.

“Blood Fire Death”, album da cui è tratta “A Fine Day to Die”