I Leggendari architetti del futuro sonoro
“Daft Punk Unchained” è un fascinoso documentario del sodalizio artistico che ha come protagonisti il duo house francese che ha conquistato e ridefinito con ardore la cultura, la moda e la musica elettronica alla fine degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000.
Maschere e Melodie: Il viaggio sonoro di astronauti funk
Il documentario illustra appieno la loro esplosione nel nuovo millennio, i quali sembravano mettere piede nel mondo musicale già completamente formati da un’evidente eredità estetica e già pienamente realizzati, attitudine che ha permesso loro di raggiungere un impatto enorme sulle scorse e future generazioni, nessuno escluso. Il loro è stato l’ultimo sussulto del già nascente formato MTV. Guy Manuel de Homem Christo e Thomas Bangalter sono veri e propri pionieri della musica elettronica.
Gli interi 85 minuti sono uno sguardo piacevole al loro viaggio artistico, a partire da fan della musica elettronica nei primi anni ’90, proseguendo verso l’intero percorso nella scena techno underground, fino ad arrivare verso la fase “celebrità” e al loro tentativo di creare musica popolare e piacevole senza andare a compromettere la loro integrità e identità. Ambivano ad un’identità di musica peculiare e preziosa: miravano a farla divenire l’unica star dello spettacolo, mettendo in secondo piano persino la loro stessa immagine; da qui nasce l’invenzione dell’estetica iper-tecnologica e rétro: le canoniche maschere robot.
Dalla Parigi notturna al mondo intero
Il documentario presenta interviste d’archivio con la band stessa, per lo più provenienti dalla radio, ma principalmente è raccontato attraverso clip della loro carriera e interviste con i loro collaboratori, tra cui produttori leggendari e artisti di universi differenti come Kanye West, Nile Rodgers, Skrillex, Giorgio Moroder e Pharrell Williams. L’aspetto davvero sbalorditivo è vedere la loro pura quantità di talento, creatività e influenza – difatti per scelte, esecuzione e idee fanno parte di uno zeitgeist molto particolare, decidendo di lasciare il segno nell’intera scena musicale, combinandola anche con un incredibile senso di arte visiva. Si tratta di una miscela perfetta di orchestrazione e musica elettronica. Con Random Access Memories hanno dimostrato di essere veramente unici e sperimentali; un album che funge da lettera d’amore agli anni ’70, e non esisteva niente di simile a quello che chiunque aveva mai avuto il piacere di ascoltare prima.
Bisognerebbe elogiare gli artisti che si dimostrano più grandi della vita, e bisognerebbe anche incitare ed invogliare il prossimo alla visione di film o documentari aventi come protagonisti delle pure scintille creative.
L’immortale duo continuerà a far danzare e ammaliare il pubblico mondiale per altri decenni a venire, lasciandosi alle spalle un impatto clamoroso capace di trascendere ogni nicchia sonora. ‘Tutto finisce in realtà con gli inizi’, e l’identità musicale continuerà ad ardere, insistentemente, a misura di animo umano.
Andy Warhol, diceva: “the idea is not to live forever, but to create something that will.”