Il professore di letteratura italiana un giorno a lezione ci ha parlato del premio John Fante con l’intento di far iscrivere noi studenti per contribuire al progetto come giuria studentesca, con il risultato però che solo otto persone su quasi 250 studenti della facoltà hanno deciso di aderire. Ma cos’è questo premio e in cosa consiste? Chi fu John Fante e perché è considerato uno degli scrittori statunitensi più influenti del ‘900?
Il Premio John Fante Opera prima
Il Premio John Fante Opera Prima è un riconoscimento letterario italiano assegnato annualmente alla migliore opera prima di narrativa che viene conferito nel mese di agosto durante il John Fante Festival. Il tutto è organizzato dal Comune di Torricella Peligna, paese che diede i natali al padre di John Fante, Nicola Fante; al festival hanno sempre partecipato anche i figli di John Fante. È un concorso letterario che si inserisce all’interno del Festival “Il dio di Mio Padre” dedicato a John Fante.

Chi era John Fante?
John Fante nacque da Nicola Fante immigrato italiano originario di Torricella Peligna in provincia di Chieti e una casalinga statunitense anche essa di origini italiane. Viene considerato oggi come uno degli scrittori americani più importanti della sua generazione, lo scrittore Charles Bukowski (autore di Panino al prosciutto, Pulp e Post office) dichiara di aver considerato Fante come “il migliore scrittore che abbia mai letto” e “il narratore più maledetto d’America”.
Egli ebbe grandissimo successo con i suoi romanzi dalla scrittura scarna e lineare, l’ironia tragicomica, l’uso dello slang urbano, la reinterpretazione del disagio etnico e sociale delle classi subalterne. Viene spesso visto come il capostipite degli scrittori italoamericani, padre del romanzo losangelino, egli è un indiscusso maestro per molti scrittori e artisti contemporanei al pari di Hemingway, Faulkner e Steinbeck. Egli ebbe successo non solo attraverso la scrittura di romanzi ma anche attraverso quella di sceneggiature da cui vennero tratte molte pellicole di successo, quando egli era ancora in vita e altre postume alla sua morte, prodotte da persone influenti come Francis Ford Coppola e Tom Cruise.

Un’eredità semisconosciuta
La scelta di dedicare un premio letterario a un’opera prima (ovvero un libro che si focalizza sul protagonista) e a un autore emergente non è casuale, ma ispirata al celebre personaggio fantiano Arturo Bandini, protagonista di alcuni dei suoi romanzi più noti, l’aspirante scrittore di origini italiane che tenta di farsi strada nella Los Angeles degli anni Trenta.
Ho avuto il piacere di scoprire poco tempo fa che tra i vincitori delle edizioni passate figurano Peppe Millanta (Vinpeel degli orizzonti), Daniele Mencarelli (La casa degli sguardi) e Donatella di Pietrantonio (Mia madre è un fiume), quest’ultima nei mesi scorsi ha tenuto un convegno all’Unich, tre autori le cui opere ho apprezzato tantissimo.
Allora perché questo festival non riesce ad attirare tanti giovani nonostante esso abbia come obiettivi quello di promuovere la pratica della scrittura e della lettura, valorizzare i talenti letterari, valorizzare la cultura dei giovani? Forse dovrebbe esserci un interessamento maggiore da parte nostra, degli studenti oppure sono i professori stessi a doverci invogliare maggiormente? Oppure i giovani non sono mai stati abituati a partecipare a queste opportunità di accrescimento culturale?
