Ho ventuno anni e non so cosa fare

Perché i vent’anni non sono gli anni migliori della mia vita

Ho ventuno anni e non so cosa fare.

Ho cambiato facoltà, università, città…ma comunque non so cosa fare. Ci dicono di decidere il resto della nostra vita a diciotto anni, ma se si sbaglia? Se la scelta è affrettata e dettata dalle aspettative dei genitori? La società ci fa sentire dei falliti perché finire l’università dopo i ventitre anni non è accettabile.

Avere ventuno anni nel 2024

Se mi dovessero chiedere com’è avere ventuno anni, risponderei con un’immagine:

Il quadro di Hopper “Sole di Mattina” per me esprime solitudine, la stessa che molti di noi ventenni sentono.

“I vent’anni sono i tuoi anni migliori”, dicevano, ma per me sono un periodo di instabilità, continua e profonda: vorremmo vivere da soli, ma non abbiamo i soldi per farlo; vorremmo lavorare e studiare contemporaneamente, senza rimanere indietro; vorremmo avere tante certezze che ci sfuggono.

Vedo i ventenni come degli equilibristi su un filo molto sottile, con in mano dei pesetti da palestra, che cercano solamente di arrivare dall’altra parte. Certo, la cosa più facile sarebbe abbandonare i pesetti, ma sono come incollati alle nostre braccia e continuiamo a camminare, inciampando, quasi precipitando, ma rialzandoci sempre.

Nel 2024 avere vent’anni è avere una responsabilità: ci sentiamo responsabili di tutto il mondo, avvertiamo il peso di dover aggiustare ciò che le generazioni precedenti hanno sbagliato.

La salute mentale dei ventenni

L‘Ansa riporta che in Italia i disturbi mentali rappresentano il 16% del carico globale di malattie tra i giovani e che il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani tra i 10 e i 25 anni.

Basta guardarsi intorno o aprire TikTok o Instagram per osservare quante persone dichiarano che la loro salute mentale non sia ottimale.

Ma perché noi giovani abbiamo una salute mentale così instabile? Io penso che molto siano le pressioni che ci vengono messe dalla società e dalla famiglia: i giornali riportano casi spettacolari di lauree in anticipo, le facoltà vengono classificate anche dalle università stesse in facoltà di serie A e B, la crisi lavorativa di questi anni incombe come la lama di una ghigliottina e le famiglie fanno pressioni continue sui giovani affinché si laureino nei tempi stabiliti prendendo il massimo dei voti e lavorando. Per non aggiungere a questo cocktail l‘incertezza del futuro (ognuna di queste cose è un pesetto che si aggiunge al funambolo).

Questo mix di apettative e pesi rende i ventenni sempre più incerti di loro stessi e del loro futuro (il funambolo oscilla). 

Non è, perciò, difficile capire come mai tutti questi giovani si ammalano di depressione e ansia, non è certo perchè siamo più deboli, come molti insinuano.

Ma allora, mi chiederete, cosa si può fare?

Non è mai troppo tardi

Io penso che il modo più facile per non sentirsi persi in questo decennio è pensare che non è mai troppo tardi

Ci sentiamo, spesso, come se fossimo indietro rispetto agli altri, guardando i loro progressi, ma ho imparato una lezione estremamente banale in questi giorni: ognuno ha i suoi tempi

Ognuno fa le cose al proprio ritmo e non bisogna farsi ingoiare dal ritmo che la società vuole per noi.

Mia madre mi dice sempre di fare le cose con calma, di prendermi il mio tempo, ma solamente la settimana scorsa, ho capito il significato vero delle sue parole.

A questo proposito penso che Billy Joel nella sua canzone Vienna lo spieghi bene:

Where’s the fire, what’s the hurry about?You better cool it off before you burn it out

Dov’è l’incendio? qual è il motivo di tanta fretta?
faresti meglio a calmarti prima di bruciarti

Rallenta, stai andando bene, non puoi essere tutto quello che vuoi essere prima del tempo.
Matilde
Author: Matilde

Studentessa di lettere con la passione per la scrittura e l'arte. Tra i fondatori del blog. Instagram: @little.goblin_