I Saw The Tv Glow: “e se fossi qualcun altro?”

Un film che esplora l’importanza dell’identità.

“E se avesse ragione? E se fossi qualcun altro? Qualcuno bello e potente. Sepolto vivo mentre soffoca a morte dall’altro lato dello schermo della televisione?”

Ho visto la tv brillare” (I saw the tv glow) è il nuovo film di Jane Schoenbrun uscito proprio quest’anno. La pellicola è un viaggio psicologico, un po’ nostalgico attraverso la vita di un ragazzo (Owen) e una ragazza (Maddy) negli anni ‘90, guidato dalla loro passione per la serie tv The Pink Opaque. Il film, però, poi si trasforma in un horror psicologico, dalla fine disturbante che fa riflettere su se stessi, la propria vita e la propria identità. 

La morte prima della vita

A volte bisogna morire prima di vivere. Questo ci insegna “Maddy”.
“Maddy” che si è seppellita viva in una bara, ha perso la speranza e poi ha scavato la via d’uscita nella terra. “Maddy”, il cui vero nome rimane sconosciuto. 

Ha trovato la forza di uccidere la vecchia se stessa e accettare la sua identità.
“Maddy” ha visto la tv che brillava, l’ha vista e ha accolto la sua luce dentro di sé, ha bucato lo schermo e ha raggiunto la sua vera identità. A volte per essere se stessi, bisogna usare metodi drastici, bisogna uccidere tutte le parti del proprio animo che si ribellano, che ti impediscono di vivere la tua verità, arrivare vicino alla morte, perdere la speranza e poi risalire. 
Quella che viveva prima di accettarsi, non era vita, era morte, morte dell’io, morte dell’essere
“Non mi chiamo Maddy” mormora ad Owen, ha un altro nome, adesso, è un’altra persona, bella e potente. 

Vivere la propria autenticità

Nel film quando si parla di “Maddy” i colori sono sempre molto decisi, accesi. È scappata dalla città, ha dato fuoco alla tv che nascondeva se stessa, ha trovato la sua identità e l’ha abbracciata; possiamo considerarla l’esempio di una vita vissuta autenticamente. 
Questa è l’esperienza di molte persone transessuali o appartenenti alla comunità LGBTQ+, persone coraggiose che vedono la luminescenza della tv e l’abbracciano, l’accolgono e aumentano la luminosità.  
Persone che vivono come vogliono, essendo loro stessi, senza soffocare in una realtà che non gli appartiene, ma finalmente liberi di respirare nonostante tutto. 
Nel film non ci viene mai detto che pronomi usi “Maddy” o quale sia il suo nome, ma è chiaro che abbia deciso di abbracciare la sua identità, di lottare per averla con le unghie. 

L’orrore di non essere se stessi

Owen, al contrario di “Maddy”, non vive la sua vita autenticamente. Per un motivo o per l’altro viene tirato via dalla luce della tv, un po’ a causa del padre, un po’ per la sua paura di dover uccidere una parte di se stesso. Quando Owen è sullo schermo i colori perdono della loro vivacità e diventano sempre più cupi, fino ad arrivare ai colori spenti del finale. 
E se fossi qualcun altro?” Questo si domanda Owen dopo l’incontro con “Maddie”, che prova ad aiutarlo a seppellirsi e a rinascere. 
Owen arriva vicinissimo alla luce della tv, all’altra parte dello schermo: infila la testa in quella luce, ma il padre lo tira fuori e gli fa vomitare tutto ciò della sua vera identità che aveva assorbito. In un certo senso Owen e “Maddy” sono due facce della stessa medaglia, ma il primo non riesce a vivere autenticamente. 
Verso la fine del film, si rende conto di star morendo, tutto attorno a lui sembra urlarlo ed in una scena drammatica e disturbante, si rende conto che nessuno può sentirlo, si rende conto che la luce è sempre stata dentro di lui, ma non può più raggiungerla ormai o forse non vuole. Perciò si scusa, si scusa per la sua esistenza, si scusa perché è l’unica cosa di cui è capace. 
Owen non riuscirà mai a vivere veramente, ma solo a sopravvivere, dolorosamente fino alla morte, cercando di ignorare la tv che brilla. 

Matilde
Author: Matilde

Studentessa di lettere con la passione per la scrittura e l'arte. Tra i fondatori del blog. Instagram: @little.goblin_