Il 13 agosto 1961 iniziò la costruzione del Muro di Berlino
Nel 2024 parlare del Muro di Berlino è fondamentale.
Sono passati 63 anni dalla sua costruzione, ma ancora oggi sembra che il mondo non abbia imparato nulla, perché dopo così tanti anni negli Stati Uniti si parla di costruire un muro, per dividere la “civiltà” dalla “barbarie”, l’Occidente dalle “civiltà meno avanzate”.
Ricordare quanto è accaduto a Berlino è importante per poter agire oggi.
Un breve excursus storico
Negli anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, Berlino era divisa in vari settori controllati da una parte dalle potenze occidentali e dall’altra dall’Unione Sovietica. Nell‘est della Germania si era insediato un governo comunista, cellula dell’Unione Sovietica denominato Repubblica Democratica Tedesca.
La popolazione divenne ben presto insoddisfatta di questo governo, specialmente per le condizioni economiche e politiche.
160.000 rifugiati, perciò, emigrarono nella parte ovest di Berlino tra gennaio e agosto 1961, ma questo non fu visto di buon occhio dai leader politici.
I leader comunisti si riunirono a Mosca dal 3 al 5 agosto del ’61 sotto la guida di Nikita Krusciov e decisero di chiudere il confine tra Berlino est e ovest.
Dal 13 agosto del 1961 cominciò la costruzione del muro, con torri di guardia, filo spinato e cemento.
A Berlino Ovest furono bloccate le linee telefoniche, le metropolitane e le ferrovie, cosicché nessuno potesse più spostarsi tra le due parti. Ai 60.000 lavoratori che viaggiavan dall’Est all’Ovest fu impedito di viaggiare in occidente, ma i cittadini dell’Est cominciarono a creare tunnel per scappare.
Furono principalmente gli studenti a scavare le vie di fuga per permettere di spostarsi e fuggire.
Il 20 settembre del 1961 furono abbatutte le case vicine al muro, per costruirne uno ancora più resistente, con dietro una trincea per bloccare chiunque provasse a scappare.
La caduta del muro
Il 23 agosto 1989 l’Ungheria aprì la “porta di ferro” verso l’Austria e in quel settembre più di 13.000 tedeschi dell’est fuggirono dall’Ungheria.
Dalla fine di settembre a novembre dell’89 vi furono proteste di massa contro il governo comunista della Germania Est, così il leader Enrich Honecker fu costretto a simettersi il 18 ottobre 1989.
Il 9 novembre dello stesso anno il nuovo governo eliminò le restrizioni di viaggio.
Migliaia di berlinesi dell’est andarono davanti al muro alle 10:30 quando il confine fu aperto pacificamente.
Il muro di Trump
Oggi assistiamo alla campagna elettorale negli Stati Uniti e sentiamo parole come “deportazione” e “muro” che ci riportano al ’61.
In questo caso non si tratta di un muro che divide due città, ma di una vera e propria barriera tra Stati Uniti e Messico perché l’ex presidente degli USA basa la sua politica sull’odio e la xenofobia.
Trump intende anche attuare una di quelle che si prospetta una delle più grandi deportazioni degli ultimi tempi.
Trump vuole creare degli Stati Uniti all’insegna della supremazia bianca, senza considerare che sono gli immigrati che puliscono i suoi cessi.
Ancora oggi, quindi, ci ritroviamo a fare i conti con un passato, dal quale i politici sembrano non riuscire ad imparare.