Nelson Mandela: chi era e perchè si celebra il Mandela Day

Oggi 18 luglio si celebra Nelson Mandela e le sue lotte contro l’apartheid in Sud Africa.

Cos’ha fatto Nelson Mandela?

Nelson Rolihlahla Mandela nacque a Mvezo nel 1918, proprio il 18 luglio, da una famiglia molto in vista. Nel 1940 si trasferì a Johannesburg e iniziò a studiare legge all’università di Fort Hare. In quel periodo in cui il colonialismo era ancora forte, il Sudafrica era abitato da una minoranza bianca (afrikaner) e una maggioranza nera (circa il 70% della popolazione). La prima aveva imposto un regime di segregazione razziale per il quale la popolazione nera subiva pesantissime discriminazioni: i neri non potevano avvicinarsi ai luoghi frequentati dai bianchi e per spostarsi nel  paese avevano bisogno di un passaporto speciale. Molti furono persino cacciati dalle loro casa e costretti a trasferirsi nei bantustan.

Mandela fu un attivista anti-apartheid e nel ’42 aderì e divenne poi presidenre dell’African National Congress, un partito non violento che si batteva per i diritti dei neri. Per la sua militanza, Mandela fu arrestato nel 1956, ma dopo un lungo processo fu assolto.

Dopo il massacro di Sharpeville del 1960 in cui la polizia aprì il fuoco sulla folla che manifestava contro i passaporti interni, l’ANC decise di passare alla lotta armata e proprio per questo Mandela fu arrestato nel ’62 e condannato all’ergastolo. Fu rinchiuso nella prigione di Robben Island e vi restò fino al 1982 quando fu trasferito a Città del Capo.

La fine dell’apartheid

Nella seconda metà degli anni ’80 l‘apartheid entrò in crisi. Il presidente Frederik De Klerk e Mandela cominciarono perciò a trattare: concordarono che tutti i cittadini sudafricani dovessero avere gli stessi diritti, mettendo fine all’apartheid.

L’11 febbraio del 1990 dopo 27 anni di carcere, Mandela fu liberato e fu accolto a Città del Capo da un’enorme folla. Tre anni dopo lui e De Klerk ricevettero il Nobel per la pace.

Nel 1994 si svolsero le prime elezioni libere della storia sudafricana e Mandela fu eletto presidente con più del 60% dei consensi: era il primo presidente nero del Sud Africa.

Lasciò la presidenza cinque anni dopo, ma continuò ad impegnarsi per la difesa dei diritti umani. Morì l’8 dicembre 2013 per un’infezione polmonare.

Cosa ci insegna il Mandela Day?

Le Nazioni Unite nel 2009 hanno indetto il Mandela Day per ricordare cosa l’attivista ha rappresentato per la lotta alla segregazione razziale.

Ancora oggi il razzismo è un problema attualissimo, lo vediamo tutti  i giorni sui giornali o per strada.

L’ultima notizia che ha fatto clamore quella di Ventimiglia: un autista di un furgone è stato ripreso in un  video in cui picchia dei migranti con una sorta di mazza fatta in casa facendoli scendere dal retro del veicolo.

Casi come questo sono tutt’altro che unici, non solo nel nostro paese: basti pensare come in America la segregazione è terminata su carta, ma in pratica la polizia ancora uccide di botte le minoranze e le persone di colore vengono discriminate giornalmente.

Non si tratta solo di neri, ma anche asiatici, nativi d’america, ispanici…tutte queste categorie sono ancora circondate da pregiudizi che fanno fatica a morire. Proprio per questo il Mandela Day è importante: ci ricorda che non solo il 18 luglio, ma tutti i giorni dobbiamo impegnarci nella lotta al razzismo e combattere a gran voce anche per chi non viene ascoltato.

Matilde
Author: Matilde

Studentessa di lettere con la passione per la scrittura e l'arte. Tra i fondatori del blog. Instagram: @little.goblin_