Il film più sottovalutato di Miyazaki.
Dei film dello Studio Ghibli, Porco Rosso è sicuramente uno dei più sottovalutati, ma è anche uno di quelli che più trasmette l’amore di Miyazaki per gli aeroplani.
La storia tratta di Porco-Marco, un uomo italiano trasformatosi in maiale che fa il cacciatore di taglie nel Mar Mediterraneo con il suo celeberrimo aeroplano rosso.

”Meglio porco che fascista”
Da alcuni rimandi nel film capiamo che ci troviamo nell’epoca fascista: infatti Porco viene inseguito a più riprese dalla polizia fascista e gli viene proposto di arruolarsi di nuovo nell’aeronautica, ma la sua risposta è la famosissima battuta:
Meglio porco che fascista
Il film è, infatti, un inno alla libertà: Porco vive una vita totalmente svincolata da ogni convenzione sociale, passando la maggior parte del suo tempo a bere vino e prendere il sole su una piccola spiaggia privata e lavorando solo quando ne ha bisogno. La libertà si riflette anche in Fio, una giovanissima meccanica che lavora per l’azienda Piccolo e che rimette a nuovo l’aereo di Porco.
Fio è una donna, ma svolge il lavoro di un uomo, così come la maggior parte delle donne della sua famiglia: infatti gli uomini lavorano fuori o sono arruolati perciò il mestiere del meccanico resta alle donne.
Ma Fio non è solo un meccanico: lei rivoluziona tutto il progetto dell’aereo e costringe Porco a portarla con lei nelle sue avventure per testare al meglio il nuovo aeroplano. La ribellione al sistema, che sia essa ideologica o di genere, è indice della ripresa e mantenimento della propria libertà.

L’amore per gli aeroplani
Porco Rosso è uno dei film in cui Miyazaki esprime tutto il suo amore per gli aeroplani.
Il celeberrimo regista, ha una sorta di ossessione per il volo e gli aeroplani, rappresentati in quasi tutti i suoi film in un modo o nell’altro, tanto che il nome stesso dello Studio Ghibli viene da un aeroplano.
Ma Porco Rosso è solo uno dei due film in cui i velivoli sono i protagonisti: quasi ogni scena della pellicola si svolge in aria o contiene un aereo e ognuna è resa con precisione maniacale.
Gli aeroplani sono immaginati come idrovolanti che possono sia volare, ma anche galleggiare sull’acqua, questo perché la maggior parte del film si svolge nel Mar Mediterraneo.
Sicuramente questa opera è quella in cui il regista ha potuto sfogare la sua ossessione per il cielo e i veicoli che volano tra le sue nuvole.

“Un maiale che non vola è soltanto un maiale”
Più volte viene chiesto a Marco di smettere di volare, ma la sua risposta è
Un maiale che non vola è soltanto un maiale
Marco, infatti, è stato trasformato in un maiale, l’animale più spregevole, più sporco. Tutto ciò che gli rimane è una passione che lo ha accompagnato per tutta la vita: il volo.
Cos’è senza il volo? Solo un maiale.
E d’altronde siamo veramente umani senza le nostre passioni?
Marco è stato l’unico a sopravvivere in battaglia e per questo si è ritrovato maiale: è stato punito per avercela fatta ed aver visto tutti i suoi compagni ascendere al cielo in quello che sembrerebbe un paradiso dei piloti, in cui questi ultimi volano nel cielo nei loro aeroplani perpetuamente.
E quindi tutto ciò che gli resta di se stesso, della sua vecchia vita è il volo, la sua più grande passione e l’unica cosa che lo distingue dall’essere un animale.
Perché che cos’è un maiale che non vola se non un altro maiale?
